Spiagge, la protesta dei balneari: pronti alle barricate per difendere le concessioni
Gare dal 2024. Ma tutelando gli investimenti fatti finora. Allo stesso tempo favorendo chi proporrà nuovi investimenti legati alla qualità dei servizi e anche al contenimento dei prezzi. Questo in sintesi il piano del governo per le spiagge italiane. Le linee guida vengono presentate martedì 15 febbraio in consiglio dei ministri e intendono risolvere l’annosa questione delle concessioni balneari su cui più volte l’Europa si è dovuta esprimere bacchettando l’Italia per proroghe troppo lunghe che metterebbero a rischio il principio di concorrenza.
E potrebbe essere questo l’ultimo atto dopo lo stop arrivato dal Consiglio di Stato all’ennesima proroga delle concessioni fino alla fine del 2033, anticipando alla fine del 2023 le nuove gare. Un intervento che entrerebbe nel ddl Concorrenza e che servirebbe anche ad evitare la procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea. Un intervento che allo stesso tempo rischia però di minare la maggioranza che si trova molto divisa con da un lato Lega e Forza Italia favorevoli sì ad una riforma complessiva ma senza penalizzare tutte quelle aziende (30 mila) che finora hanno speso e usufruito degli spazi sul demanio pubblico. Dall’altra, c’è il Movimento Cinque Stelle che spinge per arrivare al più presto alle gare pubbliche e il Pd che invita ad affrontare la questione «senza guerre ideologiche».
STABILIMENTI
Balneari: gare dal 2023 (legate a investimenti), stop a caro-ombrellone in spiaggia. Il piano del governo
di Redazione Economia
In mezzo i proprietari delle concessioni balneari che già protestano e annunciano «barricate e battaglie». Il Veneto, dove l’industria balneare genera 10 miliardi di Pil e occupa oltre 200mila persone, chiede una «norma nazione che premi chi ha sempre investito, tutelando la ricchezza economica che ha creato nei decenni», spiega il president edi Unionmare Veneto Alessandro Berton. Ma gli associati di Base Balneare promettono di essere «disposti a ricorrere alla corte di Giustizia europea contro la riforma». Mentre il Comitato dei balneari italiani annuncia di «essere pronti alla battaglia e alle barricate» e lanciano una manifestazione nazionale il 22 febbraio prossimo a Bologna.
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